Vedi il diario di:
Diario del periodo: Complessivo


Pagina 2 di 23
28/02/2006 - Cape Town,South Africa

Sto per imbarcarmi sulla nave mercantile che mi riportera' in Europa.Torno a casa

05/02/2006 - Namibia - poco tempo fa

Sono le 23.45 di sera; vi sto scrivendo queste righe dal tavolo di cucina di una resthouse di basso livello, da qualche parte nella Caprivi strip.
Nel piccolo dormitorio dove ho trovato un posto per la notte, lui sta ancora parlando a uno dei suoi tre moderni cellulari; talvolta lo sento urlare cattivo, talvolta lo sento diventare mieloso e subdolo come una biscia subdola, talvolta lo sento ridere sforzato e isterico prima di tornare immediatamente serio. Parla liberamente in una lingua che io e l'altro ospite tanzano non conosciamo; spero che si metta buono velocemente, sono davvero stanco, ho bisogno di dormire.

Ero arrivato in città (meglio dire cittadina, molto ina :)) nel primo pomeriggio. La mia non era una visita indispensabile, semplicemente avevo deciso di vedere come funzionava la vita in un centro abitato della lontana provincia namibiana; purtroppo la pioggia stava ostacolando i miei propositi. Il tremendo caldo del pomeriggio era stato spazzato via da un violento acquazzone (acquazzone = precipitazione piovosa violenta e temporanea) che aveva deciso di non essere temporaneo :). Alcune mezz'ore erano già trascorse ed io, stanco di sperare che smettesse, me ne ero ritornato bagnato fradicio all'alloggio; più tardi, dopo avere cenato e lavato i vestiti, mi ero trattenuto in camera a parlare col signore tanzano. Io gli domandavo della sua vita e della Tanzania, lui mi faceva domande su alcune grandi città dove ero stato, sognando di vendere oggetti di legno intagliato in ogni angolo del globo. "Vado a Johannesburg", mi aveva detto alla fine riponendo nella valigia il suo campionario.
Poi ci salutiamo, lui rimane a leggere qualcosa in camera e io me ne vado in cucina col quaderno degli appunti e un foglio bianco, deciso a scrivervi qualcosa su uno degli episodi vissuti in Malawi o in Zambia.
Sono assorto nei miei pensieri, con la mano destra che tamburella sul tavolo, quando la mia attenzione viene attirata da una voce sommessa fuori nel piazzale.
"Haaaloooo, Haaaloooo...", dice, poi più nulla. Passa qualche minuto e vedo muoversi la maniglia d'ingresso: "Haaaloooo", sommesso; poi nel buio della notte vedo una macchia bianca spostarsi lentamente lungo il perimetro della casa, a cercare un altro ingresso forse.
Finalmente sento anche la voce dell'uomo di guardia; i due parlano per una buona mezz'ora e dalle parole in inglese capisco che all'estraneo viene rifiutato l'ingresso. Una breve pausa poi altre veloci parole che non capisco. Alla fine della conversazione una serratura scatta e la porta si apre
E' un uomo abbastanza giovane, alto, un po' curvo e nero della tonalità più scura, col volto dominato da un grande labbro leporino. Attira la mia attenzione l'immensa borsa nera che lo straniero indossa a tracolla su una canottiera numero 5 da basket. "Cerco un letto per dormire qualche ora" biascica in inglese entrando, poi abbassa la testa e tira dritto verso il dormitorio.
Poco dopo ci presentiamo: parla con voce sommessa e strascicata, i suoi occhi mobilissimi faticano a incrociare i miei e la sua stretta di mano scivolerebbe immediatamente a terra se non la reggessi con forza.
Noto che un lungo ciondolo cade dal Rolex che porta al polso. Egli subito si sfila orgoglioso l'orologio per farmelo vedere: di patacche ne ho viste parecchie, ma quello pare originale davvero. Guardo oltre, al grosso orologio ha fissato un cordoncino di cuoio da cui pende un anello d'oro; all'anello d'oro ha fissato un portachiavi che regge un pendente a forma di pagliaccio. Il pagliaccio ha la faccia seria.
Nei minuti successivi mi lascerà rigirarmi l'orologio tra le mani e toccare l'anello, ma non potrò mai nemmeno sfiorare il pendente con la faccia di pagliaccio che non ride. Seguo le istruzioni e gli restituisco il tutto.
"Da dove vieni?" gli chiedo.
"Vengo da molto lontano" risponde il forestiero (già, qui tutti veniamo da molto lontano penso) e continua "Sono Congolese, originario della Costa d'Avorio", "...risiedo in Namibia talvolta. Sto andando verso Johannesburg a trovare amici".
Il signore tanzano entra nella conversazione dicendo che in Zambia erano sullo stesso autobus, poi lo vedo aggrottare le sopracciglia e guardare l'orologio dubbioso
L'estraneo non nega e racconta che è arrivato in Namibia passando dal Botswana; gli piace vedere posti nuovi, viaggia anche per quello.
Gli chiedo i passaggi di confine e lui precisa. Rifletto veloce: ha allungato la strada di parecchio passando posti di controllo secondari ed è entrato in Namibia ben oltre l'orario di chiusura della frontiera. Uhmm, ma scommetto che il suo passaporto è regolarmente timbrato
Lo straniero mi guarda.
Gli offro qualche biscotto che mi è avanzato e passiamo a parlare dell'Italia, di Bologna e del mio lavoro di imbianchino interrotto per una breve vacanza in Zambia e Namibia. Le chiacchiere proseguono, torniamo a parlare di Africa e gli infilo qualche domanda mirata sul Congo, lui lo conosce bene, sono informazioni che non posso lasciarmi sfuggire.
Egli mi risponde sommesso poi cambia espressione e accenna un mezzo sorriso "Non sei qui per turismo" biascica.
"Hai un passaporto timbrato di notte a frontiere chiuse" gli rispondo con un mezzo sorriso.
Si alza e torna nel dormitorio, l'enorme borsa non lo ha mai lasciato solo neanche per un secondo.
Lo guardo allontanarsi poi mi rimetto davanti il foglio bianco e comincio a scrivervi.

02/01/2006 - Dar es Salaam,Tanzania

Sono seduto a un tavolino di fòrmica in una mensa del centro, ho appena finito una Pepsi.
Un'ambasciata dove dovevo andare è chiusa per festivita' nazionale, fuori fa troppo caldo per camminare, le ragazze qui sono tutte brutte e antipatiche, non ho trovato musei di mio interesse da visitare, varie ed eventuali...quindi ho deciso di scrivervi :))
Il grande momento è arrivato due settimane fa, ma lo stavo aspettando da tanto tanto tempo. Facciamo un passo indietro che vi spiego: adoro fin da piccolino quasi tutti gli animali, fanno eccezione quelli che strisciano e quelli che si muovono a sei o piu zampe, pelose talvolta :) La mia curiosita' pero' è sempre stata rivolta soprattutto agli animali lontani, quelli dell'Avventura: la tigre, il coccodrillo, la giraffa,l'ippopotamo, il leone, il triceratopo, la gazzella, il leocorno...quelli che avevano le foto nelle enciclopedie illustrate o presenziavano nei libri di Salgari. :)
Un giorno li vedro' mi dicevo, e quel giorno era arrivato. Vi racconto dell'incontro ravvicinato con uno di questi.


Tanzania, li 23/12/2005. Ero troppo distante dallo zoo di Pistoia ma non troppo dal Parco Nazionale del Serengeti dove mi stavo dirigendo. Il fuoristrada sussultava da ore sul veloce sterrato, Stefano canticchiava una canzone dei Nomadi, la guida...guidava. :)
Passa altro tempo poi sento la guida lanciare un'imprecazione? in Swahili; si fa passare veloce il binocolo e rallenta l'andatura della Toyota.
Distante, sulla pista davanti a noi, c'e' un puntino, poi una macchietta, poi una macchietta con criniera che sta dormicchiando all'ombra di un'acacia. La guida punta il dito verso il grosso gatto, si gira verso di me e dice sapiente: "Un leone".
Annuisco deciso con la testa, anche secondo me e' un leone, una marmotta sarebbe diversa :)
Chiedo di andargli più vicino, ancora un po' più viciiinooo, viciinoo al mio tessooorooo. :)
A tre metri di distanza, poi 2.67 m., la guida dice:" Stefano basta cosi', chiudi il finestrino veloce perchè potrebbe essere pericoloso". Solo che Stefano non lo sente: è gia' col busto fuori dal tettuccio che fa ciao al micione.
Stefano: "Ciaoo bellooo, ehi, volevo vederti da tanto lo sai!?" sussurra al felino, e fa un grande sorriso
Leone: (Muove un orecchio e continua a dormire).
Stefano:" Eehi! mi guardi!? , ho fatto tanta strada per venirti a trovare, apri gli occhi, dai!" gli dice gentile con voce più forte.
Leone: (scuote la coda un paio di volte, forse a scacciare una mosca).
Stefano: "Eehii bastardone, ho dovuto pagare un sacco di denari per venire qui, sto parlando con te guardami c...o"
Leone: (apre gli occhi, solleva la testa e fissa il viso pallido. :)
Stefano: (vedendo un gruppo di zebre non troppo lontane) "Voglio una zebra, cacciami una zebra, l'agenzia mi ha detto che avrei visto almeno una scena di caccia, è il lavoro per cui ti pagano, muoviti!" gli dice tagliente.
Il leone si alza e muove un passo verso la macchina, la guida prende paura, Stefano prende la macchina fotografica, il leone prende a ruggire verso di loro
Leone: "Roarrrr!!!"
Un ruggito tremendo, tutt'intorno e' silenzio adesso, la savana tace. Passa qualche attimo: "Oooooiiiooiiiooiiiooiiioo" un verso simile a quello dell'asino ma più acuto proviene dalla jeep, è Stefano adesso. :)
La jeep tace, la guida tace, la savana tace, anche il leone e' rimasto ammutolito. Poi il felino si gira e va a nascondersi tra i cespugli dall'altra parte dell'acacia.
A ghe' na regola: c'è la savana, c'è il re della savana e poi c'è Tarzan. A me i leoni fanno le fusa :))


Fine | Successiva [ 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 ] Precedente | Inizio