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Certo potrei parlarvi delle mie impressioni su Washington o magari dirvi di quando quel tizio un po' strano è entrato nella public library con passo svelto, scatenando un pelo di panico nel metal detector e nei poliziotti della sicurezza (ma non solo), tirando fuori una rivoltella (che era un accendino, lo abbiamo visto dopo). O potrei dirvi di quella partita di pallacanestro Bulls - Wizards dove, non sapendo in che parte di palazzetto fossi, per stare sul sicuro io applaudivo i canestri di tutti e due i teams, finchè un tizio, dissimile da Hulk solo nel colore, figlio di primo letto di un'orgia di hooligans in trasferta a Washington, si è avvicinato per spiegarmi che i Bulls di Chicago, i rossi,erano i cattivi. Di decidere bene e stare attento :)
Invece oggi parliamo di donne, al di fuori della mia vita privata però, sorry :)E' stato inventato prima l' uovo o la gallina? Non si sa con precisione. E' stato inventato prima l' uomo o la donna? Non si sa con precisione neanche questo. Ma non cambia un carro, la donna e' stata inventata per darci problemi, deve essere per forza così :) Un altro esempio:arrivo alla stazione degli autobus con un po' di anticipo, il controllo bagagli è veloce, non c'è fila, faccio il biglietto al volo. L'autobus per Washington sta già aspettando ma partirà soltanto dopo un quarto d'ora. Una sola persona a bordo, decido di salire subito comunque per scegliermi il posto.La donna mi guarda sorridente, con la cintura di sicurezza già allacciata. Mi ricorda tanto il vecchio marinaio alloggiato nella locanda dell' Isola del Tesoro, quello che custodisce la mappa. R.L. Stevenson deve avere creato il personaggio del libro pensando a questa donna :) E non solo per i capelli bisunti e raccolti in una corta coda di cavallo. "Puoi sederti qui di fianco a me, se vuoi, è libero" , mi diceHa ragione, quel sedile è libero. Quel sedile più tutti gli altri 54. Rifiuto ma non voglio essere scortese. Mi scelgo un altro posto di fianco al finestrino e vicino al suo. "Tanto ci siamo solo in due, cosi si sta più comodi", la mia scusa. E ancora una volta non ascolto quella vocetta che da dentro mi dice di scappare il più lontano possibile; e ancora una volta sbaglio :) Il vecchio marinaio non mi guarda piu,non risponde.Bene.Il tempo passa,altri passeggeri salgono, il bus si riempie,partiamo.Mi rilasso,tiro fuori la guida,leggo qualcosa;intanto la signora siede mezzo fuori dal sedile,controlla la strada,controlla l' autista,da' suggerimenti sulla direzione da seguire.Mentre riappoggio lo zaino,la plastica trasparente rigida dei miei biscotti (da 1 Usd per 364g) scricchiola. Un piccolo scricchiolio,semplice,senza pretese.Maledetto!"Ho sentito che hai dei biscotti" dice lei,gentile,girandosi verso di me."E' vero,sono la mia colazione di domani;la scatola e' ancora chiusa,ma non fa niente,ne vuoi uno?""Si'"Tiro fuori lo zaino e vede che, oltre alla scatola di biscotti al cioccolato,ce n'e' un'altra."Nell'altra scatola che biscotti hai?""Ah gia',sono al cocco,questi al cioccolato e quelli al cocco.Quali vuoi assaggiare?""Tutti e due.Anche quelli al cocco mi piacciono molto"Apro le due confezioni,gliele porgo.Lei le guarda pensierosa e prende tra le mani la prima.4 scompartimenti,8 biscotti secchi per scompartimento.Dopo averne toccati alcuni,come in una strana conta,ne sposta altri e ne sceglie uno della terza fila,al centro.E' contenta. Fa lo stesso con l'altra confezione ma il biscotto sorteggiato si trova questa volta nella seconda fila.Le chiedo di farmelo vedere.Rotondo,secco,non scheggiato,con le praline di cioccolato e, soprattutto,perfettamente uguale a tutti gli altri. "Perche hai scelto quello?", domando"Perche' e' piu fortunato""Capisco", be,ci provo almeno."Ne vuoi un altro o posso metterli via?""Ahh,no,no,uno solo thanks" mi risponde,e si gira.Ok,richiudo lo zaino e lo rimetto nel portaoggetti.Passano cinque minuti poi si volta di scatto verso di me"Stefano vorrei un biscotto,uhmm...lo voglio al cocco"Mi alzo,ritiro giu lo zaino,lo riapro,riprendo la scatola,risfilo la plastica trasparente,gliela porgo nuovamente.Ne prende uno solo."Ti prego,prendine alcuni,li hai gia per dopo,se ti viene voglia"Si arrabbia:"Ne voglio uno solo.Uno e basta!Ma cosa credi,che non posso comprarmi una scatola di biscotti?""Scusami", e rimetto a posto il tutto.I vicini ghignano sotto i baffi.Passano cinque minuti"Stefano,hai un biscotto?""Subito" Ritiro giu lo zaino,apro ancora... Andando avanti in questo modo mi ha mangiato 17 biscotti,10 al cocco,7 al cioccolato.E' passata un'ora e mezza esatta.Credo sia la prima volta nella storia che un uomo possa permettersi di misurare,con piccolo margine di errore,il tempo in biscotti :)Sono sincero, le mie p...e sono a pezzi;metto via la guida,faccio finta di dormire.E fingo cosi bene che mi sveglio solo quando sento qualcosa scuotermi.Quel qualcosa e' una mano,e quella mano appartiene a lei,purtroppo."Stefano dormi?""Dormivo""Guarda la Luna fuori come e' grande,hai visto?E guarda il riflesso sul vetro bagnato,sembra immersa nel mare""Speriamo che non anneghi""Ma no Stefano, come fa ad annegare,e' troppo grande",mi risponde comprensivaRichiudo gli occhi e dopo tre secondi..."Stefano""Ehh!""Perche non mi vuoi piu parlare?Tra mezz'ora scendo e dopo non ci vediamo piu'" ,triste"Speriamo!",ma niente da fare"Sai,dopo viene a prendermi mia sorella,ma viene anche suo marito questa volta.Si sono trasferiti a Washington quattro anni fa,hanno due figli,uno studia alla... Stefano dormi gia!?"Magari,impossibile riuscirci.Rimetto lo schienale dritto,la guardo serio,lo sguardo fisso"Judith""Dimmi Stefano""Mi dai un biscotto?""Io?,ma sei diventato matto?""Si" :)
Stefano, dai, non fare l'asino! E' una regola abbastanza semplice che il piu' delle volte (volte non in senso architettonico :) riesco a seguire. Ogni tanto però non faccio il bravo. Come quando ho scelto gli orari dell' autobus per Knoxwille Il giorno seguente, dopo un viaggio tranquillo, arrivo in stazione. Poca gente a cui chiedere informazioni e quella poca non sapeva indicarmi la strada da seguire per arrivare all' ostello. C...o! Esco in cerca di un taxista, e chiedo ancora. La risposta e' in dollari, per portarmici. Troppi."Bastardooo!!!"(penso) e striscio via in preda a uno sconforto devastante. Vedo una macchia gialla più avanti, offuscata dalla pioggia. Un altro taxi, mi avvicino. Al volante una donna, pazzesco! :) Chiedo e anche lei mi risponde in cifre. Anche lei vuole la plata.Mi ritraggo un attimo, mi sistemo i capelli, mi tolgo gli occhiali, divento bellissimo (?), ammicco con lo sguardo; rifaccio la domanda..."Sempre dritto fino al secondo semaforo...poi a sinistra...e superato il sottopassaggio..." :)Mi incammino e percorro più di un chilometro. Notte, pioggia, domenica, case buie, desolazione, quasi nessuno per strada. E quel quasi sta per gente che è sempre meglio incontrare di giorno nei pressi di una stazione di polizia.Le informazioni della taxista finiscono presto e io continuo a camminare, a naso. Penso che ho con me zaino, macchina fotografica, documenti, un po' di soldi...la situazione non è piacevole e mi lascio andare a una colorita autocritica. Dopo una decina di minuti raggiungo un gruppo di case, una zona residenziale sembra; alcune luci accese qua e la nelle abitazioni. Provo a suonare in un paio, nessuno risponde. E io mi rivolgo qualche altro appellativo dimenticato nell' orazione all'asino(io) precedente. Dopodiche mi fermo a riflettere nel mezzo di un incrocio male illuminato Mi guardo intorno e vedo non troppo distante da me una macchia chiara che avanza lentamente, si china, raccoglie, torna indietro, zigzaga, si ferma. Poi riparte. Pare un uomo, forse. Le vado incontro (alla macchia), salutando e rivolgendo un paio di domande ad alta voce; mi presento, dico da dove vengo.La macchia chiara si ferma, gira su se stessa, e mi viene incontro. Lentamente.Due braccia, due gambe, poi una faccia sorridente nella penombra. E un nome, Jeff. E quando mi dice che il fratello di sua moglie ha sposato una ragazza di Sassuolo, Italia, grido al miracolo :)Odore di casa in uno sperduto crocicchio di Knoxwille, TennesseeMi accompagna all' ostello e intanto si continua a chiacchierare; alla fine, prima di lasciarmi, mi chiede se voglio andare a cena con la sua famigliaNeanche gli do il tempo di mettere il punto interrogativo alla fine della frase, accetto subito :)Dopo un'ora mi passa a prendere, andiamo a casa sua. Nancy, sua moglie, sta finendo di preparare la cena, i due bambini mi fanno domande. E poi ci si mette a sedere, tutti insieme, intorno a una grande tavola.Che bello, dopo tanti mesi è la prima volta che ho davvero la sensazione di stare in famiglia, quasi come a casa mia. Sono in viaggio e allo stesso tempo fermo. La gente che mi aspetta, una tavola imbandita, le chiacchiere tutti insieme, seduti tranquillamente. La cena nel piatto che mi diventa fredda mentre parliamo e racconto :)E poi un pensiero gentile, davvero inaspettato; Nancy, in tavola, per condire la verdura, mi ha fatto trovare l'aceto balsamico di Modena.In Italia non so se l' avrei usato, ma qui l'insalata ce l'ho annegata dentro! :)La prima volta che mi sono sentito come a casa mia (quasi :) è stato a casa di JeffLa seconda volta invece è stata a casa della mamma di Lee, con sua moglie anche, Masami. Il pranzo della Festa del Ringraziamento l' ho fatto con loro. Una festa da passare con familiari e amici intimi; mi invitano, subito non so se accettare, ho timore di sentirmi fuori luogo. Mmmm, ok vado :) Lee mi passa a prendere.La casa è in campagna,una oretta fuori Knoxwille; è piccola e accogliente. E anche il tavolo intorno a cui siamo seduti è piccolino. Il mangiare invece è tantissimo :) , tanti piatti diversi che non avevo mai provato prima; certo, anche l' immancabile tacchino!Si parla di tutto, si scherza, si ride molto.E dopo pranzo passeggiamo per il bosco, dietro casa. A un certo punto ci fermiamo in mezzo a due collinette; Lee mi dice semplicemente: "Qui mi piacerebbe costruire casa mia, in mezzo alla natura, sulla mia terra. Sai, sto risparmiando." Un sogno anche il suo. Ma credo che ci riuscirà, lo spero tanto.Knoxwille, tranquilla città della provincia americana, ai piedi delle Great Smokey Mountains. Avrei potuto raccontarvi di alcuni episodi simpatici accaduti (alla prima partita di Football Americano a cui ho assistito i tifosi vicini quasi mi volevano linciare :)Ho preferito parlarvi di alcune delle persone che mi hanno aiutato e mi hanno fatto stare bene. Grazie!
Sono arrivato a New Orleans da Queretaro,Messico,un bel pacco di ore di viaggio piu a sud.Ho cambiato quattro autobus e ho superato il confine di stato con l'America in modo non del tutto indolore.Sono stanco morto, in pullmann quasi non ho chiuso occhio questa volta.Alla reception dell' ostello registrano i miei dati e poi mi danno la chiave della stanza. Letto U11, dormitorio maschile.Avanzo di qualche metro nella mia nuova casa ed esco nel cortiletto retrostante,quello che separa i tre edifici dell' ostello:dormitorio maschile,cucina piu altre stanze per i ragazzi,dormitorio femminile sopra la reception.Un palo segnaletico nel cortile indica in modo inequivocabile la direzione da prendere. U11 a sinistra, fino in fondo.Senza incertezze percorro i 10 metri, forse meno,che mi separano dalla porta d' ingresso. Inserisco la chiave, giro,faccio la messa in moto (no,scherzo,apro la porta :) ed entro.Un paio di grossi zaini contro la parete e un pestilenziale odore di morte mi avvertono dell' arrivo di altri viaggiatori.Mi soffermo ad annusare,dubbioso.L' arrivo e' recente,il Paese di partenza certamente lontano.Non ho piu dubbi sul mezzo di trasporto scelto. Hanno tutto il mio rispetto :)Qualche altro passo ancora e raggiungo la mia stanza,saluto gli occupanti; cerco.U 11, nella Seconda Guerra Mondiale poteva magari essere il nome di un sottomarino,in tempo di pace e' un piu modesto ma ben tenuto letto inferiore di letto a castello (scusate la ripetizione :) Prendo posizione e disfo lo zaino,operazione delicatissima, un pelo meno rischiosa del carico dello zaino,continuamente a rischio esplosione. Alla fine mi corico.Socchiudo gli occhi ma immediatamente uno sfogliare rabbioso a sinistra attira la mia attenzione.Il tipo sdraiato, un ragazzone biondo,sta violentando le pagine di una rivista. Mi coglie una sottile perplessita';trovo e inforco gli occhiali, devo vederci chiaro.Non mi sembrano macchine sportive,quelle sulla rivista, non moto.Paiono piu che altro donne,ecco,donne nude. Ne sono quasi certo, benche' donne e moto talvolta possano ancora confondersi nella mia mente :)Interrogo il soggetto, curiosoLucas,Australiano,ingegnere 32enne,si e' preso una pausa dal lavoro di 8 mesi."Che cosa stai leggendo" gli chiedo dopo qualche domanda di riscaldamento"Una rivista porno" mi risponde professionale, come se stesse guardando quotazioni di mercato sul Wall Street Journal"Ah,che si dice?Interessante?com' e' la storia?""Pare avvincente, ma ho appena iniziato a leggere.Tu di dove sei?" e mi degna di una smorfia"Mi chiamo Stefano, sono Italiano""Italia,allora conosci Rocco!?!""Uhmm,conosco un Remo,qualche Riccardo,nnno, di Rocco non conosco nessuno,mi pare.Rocco come?Dimmi il cognome almeno""Rocco Siffredi, il pornoattore,e' Italiano anche lui,e' il mio mito" mi dice visibilmente emozionato.E comincia a osannarlo."Ho tutti i suoi film"(forse ,senza volere, alcuni gli sara'anche capitato di rivederli piu' volte :) ,e me li dice uno per uno.Ha anche letto la sua biografia."Con quante donne sara' gia' stato?, sei Italiano pure tu, lo devi sapere""Mahh,al telegiornale non l'hanno mai detto,credo con abbastanza comunque" Poi faccio il romantico e gli do soddisfazione "Con tante quante sono le stelle in cielo" e lui scoppia a ridereMa subito dopo ridiventa serio,fa calcoli: "Neanche andando con 10 donne al giorno per tutti i mesi del mio viaggio potrei raggiungerlo"Ehh gia',Rocco il mito,un Americano avrebbe sospirato come lui per un celebrato campione di football,forse.Nei giorni successivi non abbiamo piu avuto molte occasioni di sentirci,lui animale notturno fino alle 6.00 del mattino,io pudico viaggiatore delle 9.30 pm a letto dopo una tazza di latte caldo :)Il giorno della mia partenza da New Orleans mi alzo un po' prima e lo vedo insultarsi da solo mentre cerca qualcosa,isterico.La ragazza della sera prima,canadese,gli aveva dato il numero di telefono, e il recapito in albergo.Lucas era sicuro di averlo messo nella tasca dietro dei pantaloni,a destra.Non riusciva a trovarlo.Credo abbia guardato anche sotto la moquette del pavimento :) Era preoccupato e teso, assente."Gli ho detto solo "Be'ciao,io vado"Lui "Stefano non riesco a trovarlo!"4 giorni compagni di camera e adesso neanche un saluto,lo offendo "Ehi Lucas,ti danno un numero di telefono e lo perdi.A Rocco non sarebbe mai potuto succedere.Non diventerai mai come lui"Mi guarda abbattuto "Lo so"Rincaro la dose"E non vorrebbe mai piu averti come fan".E qui mi dispiace un po,l'ho colpito dritto nell' orgoglio. "Ma non preoccuparti,quando torno in Italia non glielo dico cos'hai combinato"Si illumina "Grazie Stefano,sei un amico.Fai buon viaggio"Ci stringiamo la mano e filo fuori,verso la reception.Il tempo di salutare Alex (stranamente senza armonica in bocca),Karine e Mati che si erano alzati di buon'ora."Ehi brother,take it easy" (Big Easy e' anche il nomignolo di New Orleans).Che francamente,detto da un giapponese,ha un sapore particolare."Anche voi.Ciao!" Cammino verso la stazione degli autobus, mi giro un' ultima volta e dalla strada vedo un pezzo di Lucas che sta conversando in cortile con una turista norvegese arrivata il giorno prima.Perdonalo Rocco, sta cercando di rimediare :)
A big thanks to all the staff of "Marquette house" HI hostel for the kindness and the laughs togheter :)