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Diario del periodo: Complessivo


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30/08/2005 - Transiberiana - 05\08\05

Era sera tardi, il cielo già buio. Ancora poche ore e sarei arrivato alla stazione Kazansky di Mosca dopo oltre tre giorni di viaggio. Stavo guardando fuori dal finestrino per l'ultima volta, poi i preparativi del mio zaino e il trambusto di tutti i passeggeri che si preparavano a lasciare il treno non me ne avrebbero lasciato più il tempo nè la tranquillità.
Le ombre veloci dei pini e delle betulle, le ombre delle case di legno talvolta venivano rischiarate dalle luci distanti di qualche lampione. Il paesaggio notturno adesso appariva civilizzato.
Guardavo fuori e pensavo ai giorni trascorsi.
La grande e ininterrotta taiga, la steppa, le colline pedemontane dei Monti Urali, i grandi fiumi della Siberia, la gente incontrata e conosciuta, tutto mi tornava alla mente come un ricordo già lontano. Stavo arrivando a Mosca, nuovi posti da vedere, nuova gente da conoscere, nuovi momenti da vivere, un futuro da scoprire e forse da inventare. Il mio viaggio sarebbe continuato.
Poi involontariamente coi pensieri sono ritornato al passato, quello lontano; mi era venuta in mente una vecchia fotografia dove io, bimbetto, sorrido in braccio a mia mamma giovanissima; siamo a Carpi, alla stazione dei treni. Mi piacevano i treni, mi piaceva vederli arrivare, mi piaceva vederli partire, mi piaceva la folla agitata di gente che scendeva, saliva, si incontrava. Sono convinto che a casa da qualche parte ci sia ancora quella foto.
Sono passati tanti anni da allora; torno a guardare fuori dal finestrino, le ombre degli alberi corrono veloci nella notte. Mi viene da sorridere, adesso ho 31 anni, sono sulla Transiberiana.
Non ho fatto molte foto durante il viaggio, forse perchè semplicemente non ne avevo voglia, o forse perchè riguardando le foto scattate avevo l'impressione che mancasse loro sempre qualcosa.
Le foto di pini e betulle per centinaia di chilometri, a volte casette in legno su paesaggi collinari, a volte stazioni ferroviarie, "poco" altro. Un paesaggio monotono dicono alcuni talvolta.
Forse, ma poi pensi a quei nomi, Krasnoyarsk, Novosibirsk, Yekaterinburg, Yenisei, Ob e tanti altri. Quelli sono nomi lontani, così distanti.
Allora tiri fuori una cartina geografica, li vai a cercare, li segui col dito e alla fine ti trovi a disegnare un percorso lungo migliaia di chilometri.
Eccola lì la mia Transiberiana, un'idea che coccolavo da bambino, un sogno che corre su rotaie: difficile fotografarlo

20/08/2005 - Ferrovia Transmongolica, Mongolia - 07/05

Avevo passato troppo tempo ad esplorare uno dei quartieri piu poveri della città ed ovviamente si era fatto tardi. Ero tornato di volata a prendere lo zaino in ostello, neanche il tempo di salutare gli amici e avevo attraversato di passo sveltissimo, talvolta di corsa, mezza Ulaan Baatar, da Piazza Sukhbaatar fino alla stazione dei treni.
Il taxi sarebbe stato la scelta più ovvia (è quasi sempre la scelta più ovvia e.. costosa) ma per motivi di risparmio, e ormai anche per una questione di sfida cronometrica, mi ero convinto che sarei riuscito a prendere quel treno per Irkutsk in tempo.
Arrivo in stazione con 3 minuti di anticipo sulla partenza, al binario con 2 minuti, alla mia carrozza con 1,5 minuti. Sono tutto contento, tecnicamente sono in anticipo. La provodnitsa (hostess, despota, proprietaria della carrozza e dei suoi passeggeri fino all'arrivo a destinazione :) mi punta gli occhi addosso, sta masticando un chewing gum; mi chiede il passaporto, lo apre ma quasi non lo guarda, continua a fissarmi nelle palle degli occhi. Non è una questione di attrazione fisica, è una questione di rabbia. Sono ridotto da schifo ma sono arrivato a quel treno in tempo. E lei lo sa.
Metto il piede a bordo su quell'ultimo treno con la stessa gioia con cui Armstrong un pacco di anni prima lo aveva messo sulla Luna :)
32 secondi tondi di anticipo sulla partenza quando apro lo scompartimento. Un record che rimarrà imbattuto per oltre 20 giorni. Guardo dentro.
Un tizio molto abbronzato,di fattura squisitamente indiana, mi guarda con disappunto. E' ovvio che credeva già di potersi fare il viaggio da solo, uno scompartimento tutto per sè. Certo deve essere così, altrimenti non riuscirei a spiegarmi tutto quel casino di vestiti, libri, chincaglieria varia, sparso su tre letti.
Lo saluto con un grugnito di dolore mentre mi tiro lo zaino giù dalle spalle. Mi guarda senza rispondere, stordito forse dalla visione dei miei abiti fradici di sudore, dalla mia fronte gocciolante, dalla barba rigogliosa 3 weeks old. Pazienza, penso, ne avremo di tempo da stare insieme, e prima o poi gli verrà voglia di aprire quella c.... di bocca. Aspetto che lui finisca di far su tutte le sue vettovaglie e poi apro il mio zaino.
Sto tirando fuori la roba per darmi una lavata, quando una mossa del tipo mi coglie impreparato. Mica lo farà davvero !?!, spero; invano. Con la coda dell'occhio ho visto in faccia la peggiore delle morti, la morte chimica. Era stato un pomeriggio caldo e assolato (esiste questa parola?, se no leggete "soleggiato") e il mio carnefice, canticchiando una canzone, aveva preso a slacciarsi le scarpe da ginnastica. Una mossa a tradimento, non me la meritavo; trattengo il respiro. Potevo decidere di rispondere all'attacco togliendomi gli scarponcini,la fine del genere umano :) Ma col tempo sono diventato magnanimo, ho imparato a porgere l'altra guancia; raccolgo la mia roba e filo in bagno, ancora senza respirare, cianotico in viso.
E' una questione di soli 15 min di duro lavoro nel lavello della toilette. Acqua e sapone su testa, viso, braccia, torso, ascelle, ancora ascelle, e piedi. Profumato di rosa :) mi cambio, mi infilo le ciabatte e torno nel mio scompartimento. Il tipo si sta massaggiando i piedi nudi, le calze sono appese ciondoloni sopra la sua testa, le scarpe sono a terra che irradiano l'ambiente circostante :)
Poi, quando mi sono già seduto da qualche minuto lo vedo alzarsi in piedi serio, tira su nervosamente le maniche della camicia e fa due passi decisi nella mia direzione. Su due piedi penso che mi voglia menare, poi però mi allunga la mano contaminata per presentarsi, e così mi rilasso. Il tempo solo di dirgli il mio nome poi torna velocemente a sedere al suo posto, e chiude gli occhi. Boooh, vallo a capire (penso).
Dopo qualche minuto, sempre in silenzio, lo vedo ritirare le gambe e incrociarle sul sedile. Poi allarga le braccia e appoggia i polsi alle ginocchia, i palmi delle mani rivolti in alto. Resterà in quella posizione per quasi un'ora, immobile, morto. Poi, probabilmente infastidito dalla luce del tramonto che ha incendiato lo scompartimento, lo vedo ravanare nello zaino, sempre a occhi chiusi. Ne estrae un berretto da baseball e se lo schiaccia in testa. Sta facendo meditazione con un berretto da baseball, inquietante. Torna perfettamente fermo, poi una leggera espansione della cassa toracica mi tranquillizza, è ancora vivo :)
Approfitto della tranquillità del momento per scrivere un po' di diario ma venti minuti dopo la mia attenzione si risveglia di colpo. La testa dell'uomo beccheggia in avanti, poi indietro; anche il busto si flette leggermente. Passa poco tempo e i movimenti si ripetono più decisi. Il santone si e' addormentato. Quando l'ultimo beccheggio, davvero eccessivo, gli fa riaprire gli occhi, lo guardo, gli sorrido ambiguo, gli punto il dito contro e lo accuso: "Tu hai dormito!"
Risposta "No, stavo meditando". Lo guardo ancora, sanguigno: "Tu hai beccheggiato, tu dormivi"
Tenta un inutile scampo accennando a un mio fraintendimento. Poi, senza degnarmi di attenzione, tira fuori un libro che dai disegni in copertina pare mescolare filosofia, religione, universi paralleli e sprofonda in una lunga attenta lettura.
Più tardi, vedendomi senza mangiare (non avevo fatto in tempo ad acquistarlo) mi avrebbe offerto parte della sua abbondante cena vegetariana a base di carote, tofu (formaggio di soia), varie ed eventuali mescolate insieme.
"Così ho un po' di tempo per parlarti della meditazione, della mia religione (e poi anche della creazione dell'universo, di "persone" molto potenti in grado di distinguere il bene dal male e di punire i malvagi,...). Verrò cosi a sapere che sul treno c'erano altri fedeli che come lui stavano andando ad Ulan Ude(città russa), che la maggior parte di loro (compreso il mio coinquilino) erano divulgatori di questa religione (meglio dire setta?) e si stavano spostando per diffondere il loro credo nei loro punti di ritrovo (tipo parrocchie) sparsi ovunque (anche in Italia). Tutto orgoglioso mi dice che il loro "master" in India aveva scritto più di trecento libri sulla dottrina che il mio interlocutore andava a diffondere.
Il suo tentativo di coinvolgermi come nuovo fedele nelle sue credenze religiose in cambio di una cena appare sempre più evidente nel corso della conversazione. Il tempo passa, alla fine della serata lui sarà un po' meno credente e io un po' meno affamato :)

30/07/2005 - Somewhere in China - 15/07/05

Avrei voluto raccontarvi uno dei tanti episodi divertenti accaduti in Cina, una ca...ta da leggere sotto l'ombrellone al mare, ma un'email arrivata da casa mia, letta poche ore fa mi ha fatto cambiare idea. Diceva pressapoco cosi "...tato il papà suggeriva di scrivere qualcosa di interessante sulla Cina, e' tanto grande, racconta qualcosa...poi ancora (prima e dopo)...tieni controllata l'alimentazione, tu come ti senti?, non farti mancare niente, ti pensiamo in continuazione, ecc per altre due pagine :)
E' una di quelle email che servono anche a pungolare la mia sporca sfaticata coscienza prima che si macchi in modo indelebile :) E' un early warning che arriva quando è un po' che non mi faccio sentire, immancabile quando sforo il tetto dei 14 gg di silenzio :)
Manovra correttiva: La Cina è uno Stato grande e interessante, talvolta anche davvero piacevole. L'ho attraversata da sud a nord, mi ci sono trattenuto alcune settimane. Ho avuto modo di valutare, approfondire, talvolta correggere varie riflessioni a sfondo politico, economico, sociale e non solo.
E' incredibile quanto si possa imparare sollevando la testa dai libri e camminando liberamente per le strade, tra la gente. Se poi succede di poter confrontare le proprie idee con chi in una nazione ci vive da sempre, o con professionisti stranieri che ci lavorano da quasi vent'anni, allora il quadro diventa molto piu' nitido.
A questo proposito vorrei ringraziare una persona che in più occasioni ha trovato il tempo di rispondere alle mie tante domande. Non ne faccio il nome su sua richiesta e su suo consiglio ho deciso di non esprimere pareri personali su temi specifici.
Un piccolo episodio, uno dei tanti vissuti: in una delle grandi città cinesi c'è un'importante strada commerciale, in quella strada c'è un bookstore, in quel bookstore c'è un terzo piano (che raccoglie letteratura varia in lingua straniera). Non vi stupirà sapere che prima del terzo piano, perfettamente accordato :), ce ne è un secondo, che invece stona.
Quel giorno mi sbaglio a contare e invece di uscire al terzo piano esco al secondo, un involontario errore. Giro tra gli scaffali delle isole espositive, con tutte le indicazioni in lingua cinese. Sono trattati vari soggetti, uno di questi è sicuramente la musica; un altro invece sono le letture per l'infanzia e l'adolescenza, anche fumetti. Alcuni libri hanno le pagine grandi, sono grandi le scritte e colorati i disegni. Altri paiono di formato "normale" ma i soggetti delle copertine sono chiaramente di letteratura per bambini. Il fatto che la clientela vociante sia formata solo da molto giovani e giovanissimi mi toglie ogni dubbio.
Vedo con interesse che accanto ai libri e fumetti per giovani ce ne sono altri a soggetto storico, politico e sociale, alcuni sono sicuramente di satira politica. Anche i loro disegni sono davvero accattivanti, cambiano solo le storie raccontate. Vorrei saper leggere il cinese.
Sollevo lo sguardo di poco e vedo pendere dal soffitto stampe patinate di Marx, Lenin, Stalin, Mao, Deng Xiaoping e altri;sono poster in vendita. Mi guardo intorno, il piano del bookstore è grande, tanti sono i soggetti trattati nelle isole di vendita. Ma quelle immagini di personaggi politici si trovano solo nel reparto per i piu' giovani,scendono sopra le teste dei bambini,e forse dentro.
Dimenticavo, all'ingresso del bookstore, appena entrati, sulla sinistra, si trovava la biografia di Jack Welch, ritenuto il piu grande manager d'azienda di sempre. Testi di finanza, marketing, economia in generale accoglievano i visitatori poco più in là.


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